Il Budda cosmico, da cui tutto è stato creato, siede assorto in meditazione su un fiore di loto in una bolla senza tempo nel cuore di Nara, l’antica capitale del Giappone. Al suo fianco, feroci guerrieri armati di pennelli e pergamene annotano impietosi e scevri di ogni umana menzogna, le gesta delle anime che si presentano al quieto Dio.
Migliaia di persone si affollano ogni giorno per vedere la grande statua e nel tempio i mercanti vendono spiritualità e chincaglierie sulle bancarelle. Il parco antistante protegge il grande Dio dall’insolenza della città circostante e come un’ostrica custodisce la sua perla più preziosa. Numerosi templi si dischiudono d’improvviso come tesori agli occhi di chi percorre i sentieri del parco sotto gli sguardi distratti dei cervi, guardiani in bilico sulle esili zampe.
Nara appare spezzata in due realtà distinte: un mondo senza tempo di quiete spirituale e un mondo in cui il tempo scandisce ossessivo ogni frenetica attività. I cervi, indiscussi padroni di entrambi, si rifugiano al cospetto del placido creatore, uscendo talvolta per le vie della città ad importunare gli incauti turisti che acquistano cibo per avvicinarli.