Che si tratti di un ruspante ristorantino economico o di un pranzo di lavoro formale, il cliché è sempre lo stesso. Non esiste il concetto dell’ordinazione individuale, ma arriva una serie di piatti (talvolta interminabile) che vengono condivisi tra tutti i commensali. Dolce e salato sono allegramente mescolati, quindi se tra le ordinazioni c’è un gelato, o lo si mangia subito o lo si “beve” a fine pasto.
Il pezzo forte della cucina cinese pare essere la varietà, effettivamente è difficile mangiare più volte le stesse cose. L’impressione è che sia cibo salutare, perchè anche quando si esagera non si rimane appesantiti. Inoltre è molto in voga il “doggy bag”, pare incoraggiato dal Governo per ridurre gli sprechi. Sono tutti ben attrezzati in tal senso, con ciotole o semplici sacchetti.
Ad appagare c’è anche il conto: all’interno del campus mangiamo in cinque con l’equivalente di 5-6 Euro. Fuori, con 25 Euro si esagera!
Insomma, la mia personale esperienza sul cibo è positiva, devo ammetterlo. Ma è passata solo una settimana, riparliamone eventualmente più avanti.