Per arrivare a prendere il sale in fondo al ripiano della cucina ho appoggiato la mano contro il muro ad ovest dell’appartamento. Erano circa le sette di sera, il sole era già tramontato ed il muro era caldo, simile a quello di una stufa di ceramica che diffonde gli ultimi tepori dopo lo spegnimento.
E così mi sono soffermata a ripensare a quanto avevo visto negli ultimi giorni. Gli edifici dal punto di vista architettonico sono assolutamente anomini (fatta eccezione per quelli storici ovviamente) e sono talmente addossati gli uni agli altri che sembra che stringano le braccia al corpo sollevando le spalle per non urtarsi. Dal punto di vista dell’isolamento poi sono assolutamente inefficienti: muri e vetri così sottili da dover far funzionare l’aria condizionata tutto il giorno, aumentando ulteriormente l’isola di calore nelle strade dove migliaia di motori sputano incessantemente aria calda. Anche le lampadine concorrono a scaldare gli ambienti, perchè sono ancora quelle ad incandescenza.
Il Giappone dunque, sdraiato su una spaccatura della terra dove il calore preme in ogni luogo per fuoriuscire con violenza, ha preferito mettere in gioco enormi potenze tramite le centrali nucleari e il carbone, piuttosto che percorrere la via del risparmio energetico e dello sfruttamento delle fonti inesauribili.
Per molti aspetti la tecnologia italiana è più all’avanguardia rispetto a quella giapponese, o almeno più sostenibile, eppure qui sembra di essere in un luogo decisamente più vivibile e “tecnologico”. Il motivo è che le cose funzionano al meglio delle loro possibilità, essendo gestite, mantenute e manutenute in modo meticoloso e puntuale.
Basti pensare ai trasporti pubblici: paiono anni luce avanti rispetto ai nostri, eppure non siamo di fronte a forme di teletrasporto, ma semplicemente a treni in perfetto ordine, che partono ed arrivano all’orario prestabilito, senza graffiti che ne oscurino i vetri e macchie sui sedili.
Queste riflessioni rendono ancora più amara la realtà. Sarebbe stato preferibile constatare che in Giappone si avvalgono di tecnologie per noi irraggiungibili, piuttosto che vedere tecnologie equiparabili, ed a volte persino obsolete, e una società all’avanguardia grazie al senso del bene comune, al rispetto altrui e delle regole.