Una giornata intermodale

Questa è la breve cronaca di una giornata intermodale tipo, per me che da cinque anni ho abbandonato la città pur continuando a lavorarci. E che, dopo un paio d’anni di utilizzo di due diverse biciclette lasciate in stazione al mattino e alla sera, ho deciso di fare un salto in avanti e dotarmi di pieghevole, o meglio della Pieghevole per eccellenza.

Si parte da casa alle 7.30, caschi, giubbotti e via! 7 km tra i campi di grano, in leggero declivio.

Un paio di passaggi e attraversamenti delicati (vita dura per i ciclisti anche in campagna, non solo in città) e alle 8 siamo all’asilo.

Lasciata la duplice “zavorra” riparto subito per la stazione, un paio di km, questa volta con un bello strappo in salita. Stazioncina di campagna, monobinario… e poi un cambio di treno.

Dalla Stazione Centrale al Politecnico, altri 3 km in velocità, sull’asse via Andrea Doria, Viale Gran Sasso, Piazza Piola. Viva la corsia preferenziale!

Alla sera si riparte, ma questa volta sulla Stazione Garibaldi. 5 km con passaggio per la ciclabile di Via Morgagni, invasa da pedoni e carrozzine. Ma la bici disegnata per terra proprio non la vedono??

 

 

Doppio passaggio in treno, arrivo a casa. Si riapre la bici e via, per gli ultimi 2,5 km della giornata con la luce radente del tramonto, il profumo della campagna (oddio, non sempre profumo…) e soprattutto quei 4-5 gradi in meno rispetto all’isola di calore di Milano.

Alla fine della giornata mi sono messo in tasca quasi 20 km, una discreta dose quotidiana di allenamento. E ho anche pedalato con i miei figli. Ma soprattutto la pieghevole mi consente una libertà, un’elasticità e una gestione dei tempi che non potrei avere con nessun altro mezzo. Provare per credere!

 

 

 

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