Ogni posto ha i suoi colori e i suoi profumi. In Cina ho trovato il rosa dei fiori di pesco, il rosso scuro dell’acero, il verde dei salici e mille fragranze floreali si fondono piacevolmente, quando non vengono coperte dallo smog. L’odore della salsa di soia si avvolge addosso dominando prepotentemente vicino ai ristoranti e alle bancarelle. E poi mi sono imbattuta in un odore acre davvero insopportabile per me. La prima volta che lo sentii eravamo al parco Xixi. Scesi dalla barca e mi immersi nelle bancarelle dove odori e rumori friggevano nell’aria. D’improvviso un olezzo nauseabondo si è infilato su per il naso ed è andato a tuffarsi fin nello stomaco facendolo chiudere. Da allora, camminando per le vie di Hangzhou, di tanto in tanto quell’odore ci tende tranelli appostandosi dietro gli angoli per coglierci di sorpresa. Ieri ci è capitato in prossimità di un semaforo pedonale che aveva cominciato il conto alla rovescia per ridiventare rosso (secondo me l’odore e il semaforo si erano messi d’accordo) e così d’istinto abbiamo attraversato la strada a grandi balzi. Eravamo talmente presi dalla fuga, che non ci siamo accorti che atterrando sull’altro marciapiede avevamo appena superato un’altra passaporta. Salici piangenti accompagnavano un sentiero di pietra, nel quale erano inserite lastre con bassorilievi di animali e temi floreali, verso un lago su cui sonnecchiavano fiori di loto e danzavano petali rosa caduti da vanitosi peschi in fiore intenti a specchiarsi sull’acqua. Una donna ballava lenta sotto i salici i cui rami piangenti, insieme alle braccia, incorniciavano il volto lieto. Un uomo impugnava un bastone dalla punta di spugna e con gesti armoniosi e solenni scriveva parole con l’acqua, ma non per gli uomini, bensì per la brezza che di lì a poco le avrebbe portate via verso il lago, dove barche, come draghi adagiati sull’acqua, le aspettavano scivolando nella luce irreale del pomeriggio. La pagoda Lei Feng e il tempio Jingzi, poco distanti, sorvegliavano la scena e scrutavano la riva, come per scorgere la Dama Bianca uscire dall’acqua. “Di buon mattino, sotto il Ponte Rotto, un fumo bianco e leggero si levò sull’acqua. D’un tratto sotto quel fumo una fanciulla con il vestito bianco,…. uscì dall’acqua limpidissima e si diresse verso la riva del lago…..Era il serpente bianco che ……si era trasformato in un essere umano… ” (Il Serpente Bianco antica storia popolare cinese ambientata ad Hangzhou). Eravamo arrivati alla sponda sud del Lago dell’Ovest.