Non saprei esattamente dove collocarmi in questo grafico, dubito tra gli Innovators, più probabilmente tra i cosiddetti Early Adopters. Fatto sta che sono passati ormai dieci anni dall’acquisto del primo veicolo elettrico, dunque il momento giusto per fare il punto della situazione e tracciare un bilancio.
La Nissan Leaf prima edizione, pur con tutti i suoi limiti, mi ha permesso di percorrere 70.000 km senza particolari problemi, diventando fin da subito la prima auto di famiglia in termini di chilometraggio. Alle limitazioni del veicolo si sommavano quelle della rete di ricarica, di fatto inesistente per quanto riguarda le colonnine rapide. I 300 km percorsi in un giorno sul filo del rasoio rimangono ancora tra i ricordi più vividi; un qualsiasi intoppo avrebbe compromesso la giornata di lezioni, che prevedeva il mattino a Piacenza e il pomeriggio a Lecco.
Tre anni dopo, correva il 2016, la tentazione di sostituire l’auto a gasolio con un altro mezzo elettrico, per abbandonare i combustibili fossili. La scelta ricadde sulla Leaf 30, ma fu basata soprattutto sulla promessa dell’imminente installazione di colonnine di ricarica rapida sulla rete autostradale da parte di un grande player italiano. Sappiamo come sia andata a finire: la Leaf 30, con la quale non ho avuto particolari problemi, era tuttavia destinata ad un precoce degrado della batteria, mentre per le colonnine in autostrada abbiamo dovuto aspettare altri 6 anni.
Un viaggio rocambolesco, descritto in questo post, ha tuttavia sancito definitivamente i limiti dell’auto. Dunque con il grande salto nel mondo Tesla la definitiva consacrazione della possibilità di muoversi in elettrico a 360 gradi per lavoro e per vacanza, in Italia e in Europa, o per andare a sciare in montagna a pieno carico.
Uno degli aspetti più interessanti in questi anni è stato seguire l’evoluzione della rete di ricarica; in particolare l’impressionante crescita delle stazioni Supercharger, ma anche la diffusione delle colonnine lente in ogni dove (grazie in particolare a EnelX, A2A e Becharge). E ultimamente le ottime Hyperfast di Free To X in autostrada. Sta di fatto che tutti gli early adopters hanno svolto il ruolo di beta tester, fornendo un piccolo ma importante contributo allo sviluppo della rete e soprattutto alla sua funzionalità. Forse oggi questa cosa non serve più nemmeno in Italia, visto che ormai è possibile viaggiare senza particolari programmazioni preliminari, e magari arrivare in inverno sul valico del Sempione con il 5% di batteria. Molto bene così, ma d’atro canto quell’adrenalina dei primi anni un po’ mi manca…
E per finire, 10 anni in sintesi
400.000 km totali: 180 su Leaf, 220 su Tesla
Stima del costo di gasolio non acquistato: 40-45.000 €
km percorsi gratuitamente: impossibile stimarli, ma tra Supercharger gratuiti, energia ricaricata da fotovoltaico e ricariche gratuite su varie colonnine, direi almeno i 3/4 del totale
Numero di volte in cui sono rimasto a piedi: zero
Un parere obiettivo, dove racconta anche le passate difficoltà che però, anche oggi, spaventano molti che non hanno nessuna propensionenal cambiamento. La mobilità elettrica è diversa, non la.si può affrontare senza modificare le proprie abitudini, senza il “sacrificio” di un cambio di mentalità. Ricordiamoci che nsiamo il paese dove, dopo 15 anni dal suo avvento, il mercato libero dell’energia per molti e’ una fregatura e non un’opportunità.