Il film “A bug’s life” rende bene la sensazione che deve provare un insetto di fronte ad un mondo sconfinato ed enorme. L’unico modo che ha per non esser disorientato dall’infinito insostenibile spazio, è quello di occuparsi solo di una piccola porzione di esso, senza avere l’ardire di contenerlo o di voler sollevare la testa.
Sebbene io abbia già visitato più di una megalopoli di svariati milioni di abitanti, la sensazione provata a Tokyo è stata proprio quella di un insetto in una foresta di sequoie. Le strade si aggrovigliavano come liane intorno ai grattacieli, fluttuando sospese sull’acqua a differenti altezze e su di esse i treni e le automobili si incrociavano rincorrendosi in una galassia lontana parecchi anni luce. I grattacieli si perdevano a vista d’occhio rivestiti da milioni di luci e venivano le vertigini a pensare che ad ogni luce corrispondeva una casa e ad ogni casa persone. Un giro sulla ruota panoramica ci ha permesso di osservare la città dall’alto, o meglio, meno dal basso, dandoci l’illusione di poter catturare qualcosa di più di questa città che fuggiva in ogni direzione veloce ed inafferrabile come sfere di mercurio sul pavimento.
Dopo poche ore era già tempo di andare all’aeroporto per tornare a casa. Poche ore dall’arrivo a Tokyo, ma una infinità dal primo giorno in Giappone, ormai tanto lontano da sembrare persino un altro viaggio. O forse Tokyo è davvero l’inizio di un nuovo viaggio: il prossimo in Giappone!
Allora bentornati! Avete visto proprio dei bei posti e avrete milioni di cose da raccontare e quando uscità in Italia il nuovo film sui Ninja voi sì che potrete dire qualcosa in più. Un abbraccio
Cristina