Passare in due giorni da Amsterdam a Roma è uno shock da tanti punti di vista, ma se si parla di mobilità è davvero un confronto impietoso, ai limiti del paranormale. Ad Amsterdam, e nelle città olandesi in generale, muoversi in bici è la norma; questo già lo si sapeva, ma ho trovato una situazione se possibile ancora più avanzata. Il concetto di pista ciclabile è praticamente superato; ci sono vere e proprie strade ciclabili, nelle città, con svincoli, incroci. Volendo estremizzare, diciamo che talvolta si incontrano delle “piste automobilistiche” a fianco delle strade ciclabili. Per non parlare dei parcheggi per bici alle stazioni ferroviarie, difficile trovare aggettivi per commentarli…
Ma è altrettanto difficile trovare parole per commentare la situazione viabilistica di Roma. Dirò una sola cosa: è un traffico che fa letteralmente paura. Le auto, sebbene quasi sempre inchiodate nel traffico, detengono il potere assoluto nei confronti di tutto e di tutti. Attraversare a piedi la Cristoforo Colombo al mattino è semplicemente un’esperienza mistica
Per carità, qualche timida pista ciclabile c’è, ma sfilacciata e soprattutto non frequentata!
Come è ben noto, gli olandesi iniziarono a costruire la situazione attuale a partire dagli anni ’70, grazie a movimenti di ribellione contro l’eccesso di traffico di auto nelle città. Che è esattamente la situazione che continuiamo a vivere noi, in particolare a Roma. Ma la differenza è che noi ci siamo completamente assuefatti, la religione dell’utilizzo dell’auto privata in città non è messa in discussione (quasi) da nessuno. Figuriamoci dalla politica…