In Giappone i treni si fermano in stazione in modo tale che le porte coincidano esattamente con le segnalazioni poste sulla banchina. Queste ultime sono naturalmente differenti in funzione della specifica tipologia di convoglio e della sua lunghezza, ben illustrate con schemi esplicativi. Non un centimetro più avanti, non un centimetro più indietro, per far entrare velocemente i passeggeri, nel frattempo rigorosamente disposti in fila indiana.
Tanto per fare un altro esempio, a colazione in un grande albergo mi hanno consegnato un tagliando plastificato da tenere sul tavolo con scritto da una parte “occupato”, dall’altra “terminato”. Così che non ci possano essere fraintendimenti.
La Tateyama-Kurobe Alpen Route è un famoso itinerario montano nelle Alpi giapponesi, che combina l’utilizzo di differenti mezzi di trasporto per una splendida traversata che culmina ai 2400 m di Murodo. Qua la mania per la precisione e il controllo di tutto si può manifestare al meglio. I vari mezzi (filobus in galleria, funicolare, funivia, altro filobus) sono sincronizzati perfettamente tra di loro per evitare lunghe attese anche nei periodi di massimo afflusso. Il personale, sempre molto numeroso e continuamente inchinato, regolamenta anche le modalità di disposizione delle code per l’attesa, sempre con grande sforzo di mimica. Ogni singola cosa è spiegata nei minimi dettagli, con cartelli, voci, video che indicano anche il numero esatto di scalini che si dovranno affrontare nella tappa successiva. Se a questo aggiungiamo un approccio commerciale che, seppur sempre sobrio, è onnipresente con negozi di cose da mangiare e souvenir ad ogni tappa, ci si sente veramente molto intruppati e poco liberi di “divagare” almeno un po’, rispetto ai modi e ai tempi prestabiliti.
Poi però ti ritrovi immerso nell’onsen più alta del Giappone a 2450 m di quota… e ti fai una ragione di tutto ciò.
Sarei però molto curioso di vedere le reazioni dei giapponesi di fronte a qualcosa che faccia saltare tutta questa meticolosa programmazione. O forse no…