A proposito di quiete

Chi ha letto i libri di Harry Potter conosce la ‘passaporta’, una porta magica che in un istante ti scaraventa in un altro mondo. Ecco anche qui ad Hangzhou ci sono le passaporte! E proprio mercoledì 3 aprile ne abbiamo attraversata una. Camminavamo lungo una delle tantissime strade trafficate, piene di smog e di clacson che suonano in continuo, quando pieghiamo sulla destra attraversando una porta custodita da due dragoni dorati attorcigliati intorno a pilastri rosso vermiglio. D’improvviso ci troviamo su un sentiero di pietra che si inerpica sopra la collina che domina a nord il lago dell’ovest.
DSC_3320Un altro mondo. Boschi di bambù, coltivazioni di tè, alberi, quiete, verde, e qualche luogo discreto dove assaporare il pregiato tè che si coltiva in queste zone. Ci sediamo accompagnati dai soliti sguardi increduli e dal suono di strumenti musicali a fiato fatti come piccole zucche dalle quali escono tre canne, suonati da un gruppo di persone che trascorrono ore tranquille sorseggiando tè, facendo la maglia e buona musica. DSC_3326Il tempo qui è rallentato. Procediamo nel cammino e altri tesori nascosti di questo bosco ci si parano davanti all’improvviso: il Tempio Taoista Baopù e la Pagoda Baochù. DSC_3343

 

 

 

 

 

 

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Terminato il percorso in un istante si riapre la passaporta e ci troviamo nuovamente nel caos frenetico metropolitano, dove anche trovare un taxi libero è un’impresa da maghi…….e così, non avendo le bacchette magiche, ritorniamo a casa a piedi.

Folla, calma e quiete


Oggi è il primo giorno della festa di primavera e della commemorazione degli antenati. Il popolo cinese si riveste di colori sgargianti DSC_3423e va ad affollare (più del solito si intende) strade e luoghi pubblici. E noi non volevamo esser da meno naturalmente! Approfittando dunque di una bella giornata, e di due ragazzi molto pazienti, siamo andati al parco Xixi, la più grande riserva umida della Cina. Nonostante i luoghi fossero affollati e le persone in ogni angolo, la sensazione era di calma e di quiete,DSC_3418 la stessa provata nel tempio taoista Baopu e nel tempio Lingyin, dove fiumane di persone innalzavano le loro preghiere nel fumo dell’incenso, effettuando inchini in una cornice di suoni ritmici e melodiosi dei mantra dei monaci, dei gong e del gorgheggio di uccelli rinchiusi in piccolissime gabbie. Questi uccelli, come i bonsai, meravigliose piante in minuscoli vasi, nella sofferenza per la costrizione hanno espressioni di rara bellezza.

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Sul cibo

Che si tratti di un ruspante ristorantino economico o di un pranzo di lavoro formale, il cliché è sempre lo stesso. Non esiste il concetto dell’ordinazione individuale, ma arriva una serie di piatti (talvolta interminabile) che vengono condivisi tra tutti i commensali. Dolce e salato sono allegramente mescolati, quindi se tra le ordinazioni c’è un gelato, o lo si mangia subito o lo si “beve” a fine pasto.

Il pezzo forte della cucina cinese pare essere la varietà, effettivamente è difficile mangiare più volte le stesse cose. L’impressione è che sia cibo salutare, perchè anche quando si esagera non si rimane appesantiti. Inoltre è molto in voga il “doggy bag”, pare incoraggiato dal Governo per ridurre gli sprechi. Sono tutti ben attrezzati in tal senso, con ciotole o semplici sacchetti.

Ad appagare c’è anche il conto: all’interno del campus mangiamo in cinque con l’equivalente di 5-6 Euro. Fuori, con 25 Euro si esagera!

Insomma, la mia personale esperienza sul cibo è positiva, devo ammetterlo. Ma è passata solo una settimana, riparliamone eventualmente più avanti.

Mobilità… elettrica?

Hangzhou, come detto, è una città poco trafficata per gli standard cinesi. Inoltre noi ci troviamo in un sobborgo al confine con le rigogliose aree verdi che la circondano verso Ovest e Sud-Ovest, dunque la vegetazione non manca.

Qua ha anche sede il servizio di bike-sharing più esteso del mondo (pare), con circa 60.000 biciclette sparse su 3.000 stazioni (anche a Milano sono circa 3.000, ma le biciclette…)

Al flusso continuo di biciclette nelle ampie piste ciclabili che fiancheggiano le strade principali si somma quello di altrettanti fatiscenti motorini. I quali però non li senti arrivare, perché non sono scoppiettanti e fumanti come da noi, bensì… elettrici…

E in giro abbiamo anche visto qualche taxi su base FIAT Multipla (ma non marchiata FIAT), anche questi elettrici… Ma quella dei taxi è un’altra storia; ce ne sono tanti, ma sembrano irraggiungibili. O già occupati, oppure ti ignorano. Stasera dopo numerosi tentativi ce ne siamo tornati a casa a piedi, tanto km più, km meno…

Taxi elettrico

E non finisce qui. Anche le barche che ti trasportano per il Xixi Wetland Park sono elettriche! Decisamente più avanti di noi…

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Vita nel campus

Dunque, noi siamo circa qua, all’interno del campus universitario. Quello che si vede zoomando indietro, in basso a destra, è il mitico lago Occidentale, una delle principali attrazioni della Cina. In questo periodo è in piena fioritura, peccato per il grigio del cielo che, sebbene non sia nulla rispetto allo smog di Pechino, fa comunque rimpiangere (ed apprezzare) le nostre splendide giornate di cielo azzurro in Italia!

I due ragazzi nella foto del post precedente sono Yong e Jie (Jack per gli occidentali), due nostri assistant, ovvero studenti di dottorato che ci supportano (e sopportano) nella vita quotidiana: traduzioni dal cinese e in cinese, risoluzione di problemini vari, accompagnamento turistico. Tutto, insomma. Che dire, sono semplicemente favolosi!

 

 

La Svizzera della Cina

“In cielo c’è il Paradiso, sulla terra ci sono Suzhou e Hangzhou”

Dopo cinque giorni di permanenza ad Hangzhou, effettivamente questo detto pare vero. Stiamo lentamente esplorando questa cittadina di 6 milioni di abitanti, che a detta di tutti è tutt’altro che rappresentativa della Cina media. Niente traffico (si fa per dire), pochissima gente in giro (si fa per dire).

Quello che non manca è l’entusiasmo dei cinesi che, tra politica del figlio unico ed apprezzamento per i bambini occidentali, ci assalgono appena ci fermiamo per riempirci di foto.

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