Parafrasando un recente post, vorrei tornare su un argomento talvolta divisivo all’interno della comunità del cosiddetto “popolo elettrico”, ovvero l’idiosincrasia per Tesla e indirettamente per il suo patron Elon Musk. Questo aspetto mi era parso sopito, tuttavia esistono ancora alcuni pasdaran che, sebbene cultori della mobilità elettrica fin dalla prima ora, criticano apertamente Tesla per una serie di ragioni che spesso paiono riconducibili ad una battaglia ideologica.
I fatti ci dicono innanzitutto che Tesla non si configura come un semplice costruttore di automobili, bensì come un’azienda che offre un servizio di mobilità elettrica (cosa ben diversa dalla semplice vendita di un veicolo) e più in generale traguarda un modello di transizione verso l’energia rinnovabile, dove il veicolo è elemento centrale ma non esclusivo. Il gruppo comprende infatti anche la realizzazione di una rete di ricarica capillare e affidabile, sia rapida (Supercharger) che lenta (Destination Charging), la produzione di batterie per sistemi di accumulo stazionario a supporto di impianti a energia rinnovabile, sistemi di tegole fotovoltaiche, per citare i principali.
Rimanendo sul tema del veicolo, questo è pensato con una logica completamente diversa da qualsiasi costruttore tradizionale: si tratta naturalmente di veicoli nativi elettrici e non di goffi adeguamenti di modelli fossili esistenti, basati su un design molto particolare e una funzionalità essenziale, gestiti come dei computer su 4 ruote, continuamente aggiornati con nuove funzionalità, ecc. ecc. Di fronte a questa dirompente innovazione, i costruttori tradizionali non hanno potuto fare altro che mettere in pratica il famoso detto “prima ti ignorano, poi ti deridono, poi ti combattono…”. E’ infatti a mio avviso fuori discussione che i recenti slanci verso la mobilità elettrica da parte di alcuni di essi derivino proprio dalla constatazione dell’effetto dirompente di Tesla sul mercato e dell’enorme interesse suscitato per i propri veicoli. Vedersi sorpassare nelle vendite da quella che sembrava una piccola azienda visionaria californiana ha sicuramente smosso le acque, ma nel frattempo l’enorme ritardo accumulato pare difficilmente colmabile in tempi brevi. E questo ritardo non riguarda, ancora una volta, la sola produzione di veicoli, bensì l’intero ecosistema “servizio di mobilità elettrica”. Insomma, Tesla ha fatto e continuerà a fare ancora per molto la lepre, che tutti si apprestano a inseguire, a beneficio generale dello sviluppo della mobilità elettrica. Ecco, questo specifico aspetto mi sembra forse l’unico sul quale anche i citati pasdaran, concordano obtorto collo.
Un altro aspetto che merita qualche considerazione è la capacità di Tesla di coniugare due elementi centrali nella scelta di un veicolo: la componente razionale e quella emotiva. Sappiamo che le persone possono spaziare da un estremo all’altro. Diciamo da chi, nell’acquisto di un’auto, pesa con un rapporto 90/10 queste due componenti a chi al contrario considera un rapporto 10/90. Ebbene, un veicolo Tesla è in grado di intercettare entrambi questi estremi. Chi è alla ricerca di efficienza, utilizzabilità e funzionalità le trova senza alcun problema, ça va sans dire (la Model 3 è il veicolo più efficiente sul mercato). Chi basa l’acquisto sull’impulso emotivo trova veicoli dal design che non passa inosservato e soprattutto dalle prestazioni estreme. Diciamo che un veicolo come la Nissan Leaf (che personalmente adoro, ndr) difficilmente può suscitare questo genere di sentimento, a partire dal goffo design della prima versione. Questo significa, molto banalmente, che si traghetta all’elettrico una fetta della clientela che mai lo farebbe. Ed è un aspetto non da poco.
Infine l’argomento dei costi: i veicoli Tesla sono solo per ricchi e facoltosi. E’ indubbio che Tesla sia partita con la costruzione di veicoli molto cari, a partire dalla prima Roadster, tuttavia la storia dimostra come ci sia stata una continua diminuzione dei prezzi, sia grazie all’introduzione di nuovi modelli più piccoli (la già citata Model 3), sia su modelli esistenti. Improvvise consistenti riduzioni di prezzo effettuate da un giorno all’altro hanno suscitato non pochi mal di pancia a chi aveva effettuato l’acquisto poco tempo prima. Numerosi confronti hanno dimostrato come i veicoli Tesla risultino spesso più economici di modelli di pari categoria, senza contare i risparmi dovuti ai minori costi di gestione.
Insomma, si convinceranno mai i detrattori a riconsiderare le proprie posizioni? Difficile, ma credo che gli argomenti qua sopra esposti possano fornire un utile contributo alla discussione. Diciamo che, volendo vedere l’altra faccia della medaglia, anche un ridimensionamento dell’approccio dei cosiddetti “Tesla fanboys” aiuterebbe a rimettere il dibattito sui giusti binari.